Ti ricordi ancora dei tuoi studi? Quando hai imparato a realizzare i restauri diretti in composito con complicate tecniche di stratificazione, per ridurre al minimo lo stress da contrazione, evitare la formazione di cavità e garantire la polimerizzazione del materiale. I materiali per compositi Bulk-Fill sono disponibili da più di dieci anni e consentono di eseguire il restauro «in un unico passaggio» (ingl. «bulk» = gran parte). Rendono superflua la lunga tecnica incrementale, assicurano una polimerizzazione affidabile di strati fino 4 - 5 mm di spessore e allo stesso tempo riducono la contrazione del volume e lo stress da contrazione nel settore dei laterali. Revisioni sistematiche con meta-analisi per il confronto Bulk-Fill vs composito tradizionale attestano per i compositi Bulk-Fill quote di successo comparabili.[1,2,3] E tuttavia, questo materiale è considerato "la cenerentola" dei compositi. Una delle riserve riguarda la qualità e i successi a lungo termine del restauro. Mito o verità?
La polimerizzazione di monomeri reticolati è caratterizzata da una crescita radicalica della catena. L'elevata intensità luminosa genera infatti dei radicali che attaccano i legami doppi dei monomeri formando catene lunghe. La crescita rapida di numerose catene polimeriche forma un reticolo 3D stabile, che limita fortemente la flessibilità della struttura producendo stress da contrazione. Per contrastare questa polimerizzazione incontrollata, abbiamo sviluppato il regolatore di catena, componente brevettato di Tetric PowerFill. L'aggiunta del regolatore di catena frammenta la catena polimerica in crescita. Il frammento radicalico staccato inizia una nuova catena consentendo così alla catena di crescere in modo più uniforme. La rete polimerica più omogenea riduce lo stress da contrazione migliorando l'adattamento marginale.[4]
Il regolatore di catena brevettato determina una crescita uniforme della catena riducendo lo stress da contrazione.
I materiali per restauri in composito hanno la caratteristica di contrarsi durante la polimerizzazione. Per mantenere basso lo stress da contrazione, i nostri compositi Bulk-Fill non contengono solo i riempitivi standard, ma anche un riempitivo per composito, denominato «Relaxator» dello stress da contrazione. Ha un modulo di elasticità (modulo E) basso, è sottoposto a uno specifico trattamento di superficie e quindi reagisce durante la polimerizzazione con l'elasticità di una molla microscopicamente piccola.[5] Lo stress da contrazione viene attenuato e la contrazione del volume viene ridotta dalla superficie di piccole dimensioni.
Rappresentazione schematica dei componenti dei nostri compositi Bulk-Fill: Tetric PowerFill e Tetric PowerFlow
Un'argomentazione presentata di frequente a favore dell'utilizzo della tecnica incrementale è l'auspicata minimizzazione delle cavità tra i singoli strati. Tuttavia, diversi studi clinici hanno dimostrato che le cavità grandi, trattate con i materiali Bulk-Fill, presentano un minor numero di inclusioni d'aria.[6,7] In uno studio brasiliano, gli autori hanno confrontato il tempo di trattamento e la formazione di cavità, con la tecnica incrementale e con la tecnica Bulk-Fill, per restauri in composito di cavità di classe II.[8] Sono state valutate quattro tecniche: restauro con tecnica incrementale, restauro Bulk, restauro Bulk con composito riscaldato e tecnica "snowplough". È stato registrato il tempo necessario per ogni restauro con ognuna delle quattro tecniche. È stato poi calcolato il volume occupato dalle inclusioni d'aria. È risultato che la tecnica incrementale richiede tempi significativamente più lunghi, mentre non sono emerse differenze tra le tecniche Bulk-Fill. Per quanto riguarda il volume delle inclusioni d'aria non sono state riscontrate differenze significative tra tutte le tecniche utilizzate. Gli autori hanno quindi concluso che l'utilizzo delle tecniche Bulk-Fill riduce il tempo di trattamento e genera inclusioni d'aria comparabili a quelle prodotte dall'utilizzo della tecnica incrementale.
© Dr. Richard Price, Dalhousie University, Halifax
Anche il Dr. Richard Price, odontoiatra canadese e scienziato della Dalhousie University di Halifax, ha rilevato che la tecnica a stratificazione incrementale produce inclusioni d'aria o «knit lines».
Con i compositi Bulk-Fill possono essere polimerizzati in modo affidabile anche strati fino a 4 mm di spessore. Con Tetric PowerFill e Tetric PowerFlow la combinazione tra l'elevata traslucenza prima della polimerizzazione e il fotoiniziatore brevettato Ivocerin produce risultati affidabili. Grazie all'elevata traslucenza all'inizio della polimerizzazione, una grande quantità di luce penetra in profondità all'interno della cavità, dove la luce viene assorbita in modo estremamente efficiente dall'iniziatore Ivocerin che attiva la polimerizzazione. Grazie alla sua efficienza quantica nettamente superiore rispetto agli iniziatori tradizionali, noi definiamo Ivocerin anche come acceleratore di polimerizzazione.
In sintesi si può affermare che i compositi Bulk-Fill garantiscono l'indurimento del materiale in cavità profonde e, quando applicati, presentano non solo ridotte inclusioni d'aria, ma anche una ridotta contrazione nel settore dei laterali, oltre ad una evidente riduzione dei tempi rispetto alla tecnica di stratificazione. Una revisione sistematica ha valutato se uno dei due metodi, per determinati risultati clinici, offra vantaggi evidenti.[9] È emerso che i compositi Bulk-Fill hanno raggiunto risultati clinici comparabili a quelli dei restauri in composito con tecnica di stratificazione incrementale nell'arco di un intervallo di valutazione di sei mesi. Anche la durata di sopravvivenza su un periodo di osservazione di cinque anni ha ottenuto una valutazione positiva.[10]
[1] Veloso SRM, Lemos CAA, de Moraes SLD, do Egito Vasconcelos BC, Pellizzer EP, de Melo Monteiro GQ. (2019) Clinical performance of bulk-fill and conventional resin composite restorations in posterior teeth: a systematic review and meta-analysis. Clin Oral Investig. 2019 Jan;23(1):221-233. doi: 10.1007/s00784-018-2429-7.
[2] Yazici AR, Kutuk ZB, Ergin E, Karahan S, Antonson SA. (2022) Six-year clinical evaluation of bulk-fill and nanofill resin composite restorations. Clin Oral Investig. 2022 Jan;26(1):417-426. doi: 10.1007/s00784-021-04015-2.
[3] Tirapelli C. (2022) Is the clinical performance of incremental and bulk-fill resin composite different? Evid Based Dent. 2022 Jun;23(2):84. doi: 10.1038/s41432-022-0264-9.
[4] Gorsche C, Griesser M, Gescheidt G, Moszner N, Liska R. β-Allyl Sulfones as addition-fragmentation chain transfer reagents: A tool for adjusting thermal and mechanical properties of dimethacrylate networks. Macromolecules. Oct 2014: pubs.acs.org/macromolecules
[5] R&D Report Tetric EvoCeram Bulk Fill, Tetric EvoFlow Bulk Fill, No. 20 March 2015. Ivoclar Vivadent AG. https://www.ivoclar.com
[6] Frankenberger R, Reinelt C, Glatthöfer C, Krämer N. (2020) Clinical performance and SEM marginal quality of extended posterior resin composite restorations after 12 years. Dent Mater. 2020;36(7):e217-28. doi:10.1016/j.dental.2020.03.022
[7] Preusse PJ, Winter J, Amend S, Roggendorf MJ, Dudek MC, Krämer N, Frankenberger R. (2021) Class II resin composite restorations-tunnel vs. box-only in vitro and in vivo. Clin Oral Investig. 2021;25(2):737-44. doi:10.1007/s00784-020-03649-y
[8] Soto-Montero J, Giannini M, Sebold M, de Castro EF, Abreu JLB, Hirata R, Dias CTS, Price RBT. (2022) Comparison of the operative time and presence of voids of incremental and bulk-filling techniques on Class II composite restorations. Quintessence Int. 2022 Feb 1;53(3):200-208. doi: 10.3290/j.qi.b2218737.
[9] Sengupta A, Naka O, Mehta, SB et al. (2023) The clinical performance of bulk-fill versus the incremental layered application of direct resin composite restorations: a systematic review. Evid Based Dent (2023). https://doi.org/10.1038/s41432-023-00905-4.
[10] Schoilew K, Fazeli S, Felten A, Sekundo C, Wolff D, Frese C. (2023) Clinical evaluation of bulk-fill and universal nanocomposites in class II cavities: Five-year results of a randomized clinical split-mouth trial. J Dent. 2023 Jan;128:104362. doi: 10.1016/j.jdent.2022.